L’attacco di panico è un’esperienza di improvvisa e intensa paura molto spiacevole e piuttosto diffusa (sono circa 10 milioni gli italiani, tra i quali anche molti bambini, che hanno vissuto almeno una volta l’esperienza di un attacco di panico) caratterizzata, a livello corporeo, da sintomi come tachicardia, sensazione di soffocamento, vertigini, capogiri, vampate di calore, formicolii, tremori, sudorazione. A livello psichico l’attacco di panico è accompagnato da un improvviso terrore di perdita del controllo o di essere sul punto di impazzire, se non addirittura da una sensazione di morte incombente (la sintomatologia acuta dura da 15 a 30 minuti).
La ripetizione di attacchi di panico lascia nel soggetto una paura di fondo che, se non affrontata in tempo, può far si che si strutturino gradualmente una serie di limitazioni, come evitare luoghi e situazioni nelle quali teme possa ripresentarsi un attacco (come guidare, trovarsi in fila ad uno sportello, frequentare un supermercato, usare l’ascensore). Successivamente possono sorgere paure degli spazi aperti (agorafobia), fino ad arrivare all’evitamento delle situazioni sociali, al timore di uscire di casa, all’isolamento e alla depressione, oltre ad uno stato di continua preoccupazione per la propria salute e in particolare riguardo il soffrire di una grave patologia cardiaca.
L’attacco di panico è essenzialmente un’esperienza di angoscia apparentemente sganciata dal contesto e dalla situazione in cui si presenta e si differenzia dalla paura in quanto manca l’esatta consapevolezza della causa. E’ una situazione che non è, apparentemente, spiegabile né affrontabile e che quindi fa sentire inermi e tende a bloccare psicologicamente chi ne soffre ma che scaturisce da un malessere interiore. Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi di particolare stress per il soggetto e alcuni eventi di vita possono fungere da fattori precipitanti. Tra i più comunemente riferiti dai pazienti si può trovare il matrimonio o la convivenza, la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi ma anche piccoli cambiamenti e conflitti apparentemente non siginficativi o eclatanti.
L’attacco di panico non deve essere inteso come un nemico misterioso e pericoloso, come un sintomo slegato dal contesto, ma bensì un segnale che ci avvisa che stiamo trascurando qualcosa dentro di noi, qualcosa di particolarmente significativo per il nostro benessere ma di cui non siamo ancora consapevoli; deve diventare l’opportunità per interrogarci sulle nostre emozioni, che spesso controlliamo troppo, o sui nostri veri e più profondi desideri e bisogni che non ascoltiamo o ignoriamo.
Il panico oggi è affrontabile, spiegabile e risolvibile con l’aiuto di un esperto in psicoterapia che deve essere tempestivamente contattato per un intervento immediato al fine di evitare il protrarsi di angoscia e sofferenza.